Hund studio
"I beni soggettivi, come un nobile carattere, un cervello capace, un temperamento felice, un animo sereno e un corpo ben costituito e completamente sano, cioè in genere mens sana in corpore sano (Giovenale, Sat., X, 350), sono i primi e i più importanti per la nostra felicità, ragione per la quale noi dovremmo pensare più al loro mantenimento e al loro sviluppo che non al possesso di beni esterni e di onori esterni."
— Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, 1851
Hund studio
Hund Studio è un gruppo di giovani graphic e digital designers che negli ultimi anni ha lanciato la propria ricerca e il proprio brand.
Di fronte alla richiesta del collettivo di co_atto di immaginare una strategia di resistenza culturale alla situazione attuale, il team di Hund si è interrogato in merito a cosa effettivamente avesse perso a causa della pandemia. A livello professionale l’attività di Ernesto Bellei, Federico Bergonzini, Antonio Alessandro Di Cicco e Simone S. Melis – questi i nomi degli Hund – non si è fermata, soprattutto a fronte di un aumento del consumo digitale della società: encomiabile è stato, ad esempio, il loro progetto per la prima mostra digitale dell’artists run space Brace Brace in occasione di Sprint Milano, “A political Statement”, per il quale hanno ideato una mostra “intrappolante” dentro al sito, che obbligava il visitatore virtuale ad assistere, senza via di scampo, alle opere-video di Ginevra Dolcemare e Guildor. Andando più a fondo, però, si sono accorti che era mancato loro qualcosa a livello personale: la possibilità di prendersi cura di se stessi, tutto quell’aspetto del dopolavoro, ricreativo, sportivo, meditativo, che i tempi folli dello smart working, le restrizioni alla libertà di muoversi fuori casa e la chiusura di palestre e piscine hanno annullato.
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vetrina in_festa.
“How can a hand express a characteristic feeling in a line, when hand and arm are cramped?” Come può una mano esprimere una sensazione caratteristica in una linea, quando la mano e il braccio sono irrigiditi?
Per in_festa, dunque, gli Hund hanno deciso di dare ascolto a questa necessità di riappropriarsi di uno spazio di ricreazione. La vetrina affidata loro è diventata così uno spogliatoio dove disporre attrezzi, tappetini da yoga e tutto il necessario per fare esercizio fisico. Ogni tanto, anche se non si sa bene quando, passando per il piano mezzanino della Stazione Ferroviaria di Milano Porta Garibaldi, potrà capitare di vedere i quattro designers intenti ad allenarsi o meditare. La parete della vetrina è stata allestita con una austera griglia di pioli. L’atto di riporre nella vetrina gli strumenti utilizzati dopo l’allenamento diventa un esercizio di composizione visiva. Tappetini, corde, ed elastici, sono ridotti a forme base della geometria visiva (punti, linee, e superfici) trovando posto ed entrando in relazione tra loro sulla griglia. L’allestimento, dunque, diviene a sua volta parte degli strumenti del designer che si occupa di layout e composizione. Tale esercizio di composizione si ispira ad esempio presente nel libro “Punto, Linea, Superficie” di Kandinsky: un piccolo disegno che per il team appresenta appieno l’operazione compiuta.
Motivo a griglia liberamente ispirato da un disegno presente in “Punto, linea, superficie: contributi all’analisi degli elementi pittorici” di Vasilij Kandinskij
Sulla vetrina corre una scritta: “How can a hand express a characteristic feeling in a line, when hand and arm are cramped?” (Come può una mano esprimere una sensazione caratteristica in una linea, quando la mano e il braccio sono irrigiditi?).
Si tratta di una frase di Itten, dal libro “Design and Form – the basic course at Bauhaus”, che per loro ricollega e giustifica la palestra realizzata al tema della formazione di un designer tramite il rapporto tra corpo e progetto.
Quando questa pandemia sarà finita ci troveremo a fare i conti con ciò che abbiamo perso e ciò che ci è mancato: tra tutti vi sono anche quelle piccole azioni e situazioni che fino a poco tempo fa davamo per scontate, ma che informano in profondità alcuni aspetti fondamentali della nostra vita. Per in_festa Hund Studio ci ricorda proprio di quanto anche prenderci cura nel nostro piccolo di noi stessi e del nostro corpo sia un atto che ha conseguenza profonde su tutte le nostre attività, anche se spesso non ce ne accorgiamo.
Proprio per questo il gruppo ha scelto di non presentare le sessioni di esercizio in vetrina come eventi, in quanto non intende avere nessuna pretesa performativo-concettuale, ma piuttosto vuole costruire uno spazio di intimità per riportare l’attenzione sul sè senza scadere in proclami.
La vetrina di Hund Studio condensa così riferimenti colti della pratica del design e della storia dell’arte, trasformandoli attraverso la metafora visiva e l’azione sportiva in una presa di posizione nei confronti della situazione presente tanto umile quanto profondamente sentita.