Giulia Fumagalli

Soffiare al vento

Ieri mi sono comportata male nel cosmo.
Ho passato tutto il giorno senza fare domanda,
senza stupirmi di niente.

Ho svolto attività quotidiane,
come se ciò fosse tutto il dovuto.

Inspirazione, espirazione, un passo dopo l’altro, incombenze,
ma senza un pensiero che andasse più in là
dell’uscire di casa e del tornarmene a casa.

Il mondo avrebbe potuto essere preso per un mondo folle,
e io l’ho preso solo per uso ordinario.

Nessun come e perché –
e da dove è saltato fuori uno così –
e a che gli servono tanti dettagli in movimento.

Ero come un chiodo piantato troppo in superficie nel muro
(e qui un paragone che mi è mancato).

Uno dopo l’altro avvenivano cambiamenti
perfino nell’ambito ristretto d’un batter d’occhio.

Su un tavolo più giovane da una mano d’un giorno più giovane
il pane di ieri era tagliato diversamente.

Le nuvole erano come non mai e la pioggia era come non mai,
poiché dopotutto cadeva con gocce diverse.

La terra girava intorno al proprio asse,
ma già in uno spazio lasciato per sempre.

È durato 24 ore buone.
1440 minuti di occasioni.
86.400 secondi in visione.

Il savoir-vivre cosmico,
benché taccia sul nostro conto,
tuttavia esige qualcosa da noi:
un po’ di attenzione, qualche frase di Pascal
e una partecipazione stupita a questo gioco
con regole ignote.

 

(Wislawa Szymborska, Disattenzione, in Due punti, Adelphi, 2006, trad. it. Pietro Marchesani)

Giulia Fumagalli, soffiare al vento

“Soffiare al vento” è l’installazione site specific di Giulia Fumagalli per in_festa, che riflette intorno al concetto di resistenza e alle sue implicazioni.
Otto grandi ventagli di metallo piegato abitano la parete di fondo della vetrine, animandola in un gioco di riflessi e bagliori luminosi delicato e vibratile.
Nella cultura giapponese il ventaglio ha una duplice funzione: è sia un’arma imbracciata dai Samurai, sia un accessorio di moda, usato per muovere l’aria. E’ un oggetto ambivalente, una vox media si potrebbe dire, che viene assunto dall’artista in tutta la sua plurivocità.
Per Giulia Fumagalli, infatti, per resistere non serve intraprendere grandi rivoluzioni: bastano piccoli ma significativi atti di esistenza, che partano da una presa di posizione personale consapevole e sentita. “Resistere”, dunque, come imparare a “ri-esistere” ogni giorno di più. Quel che conta non è far cambiare direzione al vento, ma fare in prima persona un soffio alla volta in una direzione nuova.

Giulia Fumagalli,
Soffiare al vento,
dettaglio

Biografia

Giulia Fumagalli (Carate Brianza (MB), 1990) è artista e cofondatrice di Spazienne, spazio di lavoro e condivisione a Garbagnate Milanese. Il lavoro di Giulia connette con eleganza e armonia la dimensione più intima e sensibile a quella geometrica e formale.
Nel 2019 ha realizzato Chissà come si sente la luna, mostra personale a megazzino, Garbagnate Milanese. Ha partecipato a diverse mostre collettive tra cui JCE Jeune Crèation Européenne; Fuocoapaesaggio al Forte di Monte Ricco a cura di Giovanna Repetto e Dolomiti Contemporanee, The Great Learning, a cura di Marco Scotini, Triennale, Milano. Ha partecipato alla residenza itinerante internazionale ARP e Fàlia in Italia.