Francesco Pacelli
All’inizio, non c’erano che il fatto e le sue conseguenze. La questione non è se si sarebbero potuti sviluppare altrimenti o se invece tutto fosse già stabilito a partire dalla prima parola detta dallo sconosciuto. La questione è la storia in sè: che abbia significato o meno, non spetta alla storia spiegarlo.
Paul Auster, Trilogia di New York – Città di Vetro
Francesco Pacelli
Perchè il cielo è blu? Il cielo blu che osserviamo dipende da due fattori: come la luce solare interagisce con l’atmosfera terrestre e come i nostri occhi percepiscono quella luce. Per quanto riguarda le lunghezze d’onda, il cielo terrestre è viola, ma sembra blu a causa del modo in cui funzionano i nostri occhi.
Se dunque un fatto così scontato per tutti noi come il colore del cielo è in verità falso, ciò ci riporta una volta di troppo alla consapevolezza del relativismo intrinseco alle nostre percezioni. Si innesca una riflessione in merito all’instabilità della natura percettiva della realtà e dell’ambiente che ci circonda. Nulla può essere dato per certo, tutto è relativo e in un certo qual modo ambiguo.
Questo discorso di relativismo e ambiguità di percezione è alla base dell’installazione site specific realizzata da Francesco Pacelli per in_festa. La vetrina affidatagli dal team di co_atto si tinge di viola “stregato”, diviene un luogo di luce pura, dove i confini della realtà si smaterializzano.
Francesco Pacelli, dettaglio
Gli interventi dell’artista puntano sempre a strutturare ambienti ed esperienze immersive, in dialogo con il contesto. Nei suoi lavori vi è un gioco di tensioni ed equilibri tra iconografie provenienti dal mondo naturale e manipolazioni delle stesse, che le conducono verso una dimensione estremamente altra, eppure in un certo modo familiare. Una simile tensione genera nello spettatore un corto circuito tra ciò che gli sembra di conoscere e ciò che non gli risulta del tutto riconoscibile. In questo mondo parallelo, celato dietro il velo del verosimile, le opere di Francesco Pacelli vivono una loro autonomia di organismi, mentre al di quà godono della perfezione della tecnica che li ha plasmati.
Per in_festa Pacelli espone cinque sculture organiche in ceramica smaltata, ammantate nell’atmosfera assoluta del viola, dove tutto pare sospeso e astratto da qualsiasi realtà, sia essa possibile o meno.
Alle pareti, invece, viene messo in mostra tutto l’apparato di references visive e concettuali sotteso al processo creativo. Non sempre al pubblico è concesso il privilegio di carpire all’artista cosa ci sia dietro l’opera finita. In questo caso, invece, Francesco Pacelli ha scelto di esporre il suo “atlante della memoria” visuale, ovvero tutto quel bagaglio di immagini e riflessioni che lo ha condotto alla realizzazione dell’intervento.