Elia Novecento

Ma lo stimolo è più forte e se le forze
non sono state lese alle radici
tu dài un senso a tutta la mia vita
ai miei passati anni milanesi
a questa primavera tempestiva.

Elio Pagliarani

Elia Novecento

“Linea Lilla”, “Linea Rossa”, “Linea Gialla e “Linea Verde” sono i titoli delle quattro grandi tele che l’artista romano Elia Novecento ha realizzato per in_festa, quattro profili di donna che si stagliano su composizioni geometriche che strizzano l’occhio al Bauhaus, abilmente dipinti in acrilici e smalti su stoffa, e nei quali il colore diventa omaggio a Milano e alle quattro linee metropolitane simbolo del muoversi urbano.
Opere, quelle di Elia Novecento, dai tratti decisi eppure fragili, interrotti da cromatismi accesi e senza sfumature, che richiamano gli stilemi di quella che è forse l’ultima esperienza artistica italiana che riuscì a tener testa alle innovazioni artistiche d’oltreoceano.
Elia Novecento ha infatti raccolto il testimone di quelle personalità che erano solite riunirsi al leggendario Caffè Rosati e che erano note col nome di “Scuola di Piazza del Popolo”. Dalle tele dell’artista esposte ad in_festa emerge infatti uno studio profondo e appassionato dell’estetica di Cesare Tacchi, del segno-cromatismo di Carla Accardi, delle visioni pop di Tano Festa. Ma la visione di Elia Novecento non è un amarcord, in cui l’azione pittorica diviene un pretesto per indugiare nella nostalgia, le opere realizzate dall’artista sono il frutto di una sintesi calata nel contemporaneo, e che sceglie di non indagare le derive di una certa arte postmoderna per concentrarsi esclusivamente sulle possibilità ancora inesplorate della pittura figurativa su tela, tecnica democratica e che non si presta facilmente a un cerebrale autoriferirsi.

Elia Novecento x in_festa, co_atto, detail, ph. co_atto

La pittura è dunque il quid della ricerca artistica di Elia Novecento, e della quale le opere esposte da co_atto costituiscono un manifesto esemplare. La pittura e i segreti che la pittura porta con sé. Infatti, se le tele che l’artista romano ha realizzato per in_festa fossero esposte rivolgendole verso il muro, l’osservatore non leggerebbe sul legno dei telai i titoli delle singole opere, bensì le seguenti parole: “Da una poesia di Elio Pagliarani”. Anche questo definisce la ricerca di Elia Novecento: una sete di sapere, nella quale l’artista attinge a piene mani ispirandosi a fonti “altre”, quali possono essere la poesia, il romanzo o il cinema, e che solo in un secondo momento vengono tradotte in quello che per lui è il principale e più naturale mezzo espressivo, la pittura. Così l’artista regala ai passanti della Stazione di Porta Garibaldi uno scorcio permeato di lirismo, che ricorda come la creatività non sia mai un’espressione a tenuta stagna, bensì un intricato e spesso clandestino dialogo tra diverse discipline.