Caos
Dario Pruonto (1992), in arte Caos, è un poeta e artista. La sua ricerca esplora la relazione tra linguaggio e contesto urbano concentrandosi sui temi dell’incomunicabilità, del confine e della relazione.
STATEMENT
I miei lavori sono cortocircuiti.Creo silenziosi sabotaggi tra le architetture dello spazio urbano, rivelo i non detti di luoghi indecisi, faccio parlare i muri. La mia poetica, visuale e linguistica, si nutre di vissuti collettivi, fallimenti, messe in discussione del presente e gesti di rivoluzione nascosti sotto la superficie del quotidiano.
ENG
Dario Pruonto (1992), stage name Caos, is a poet and a public artist. His research explores the relationship between verbal language and urban context focusing on the themes of incommunicability, borders, and relationships.
STATEMENT
My works are short-circuits.I create silent sabotages within the architectures of urban space, I reveal the unsaid of undecided places, I make walls speak. My poetry, both visual and linguistic, feeds on collective experiences, core drillings, failures, a continuous questioning of the present, and revolutionary acts hidden under everyday surface.
Il progetto in vetrina:
L’Antologia non richiesta di frasi clandestine è un lavoro di ricerca e risemantizzazione delle frasi tracciate in modo non autorizzato e anonimo sui muri delle città di Milano.L’obiettivo è quello di costruire componimenti verbo-visivo inediti, poesie che siano la somma calibrata di parole, segni ed elementi disturbanti trafugati dallo spazio urbano. Un lavoro che conservi traccia e memoria di tutte le espressioni marginali dell’umano. Un saggio visivo della città, composto dalle sue voci più istintive e anarchiche e di tutto quello che non è storicizzabile o controllabile, simbolo di una memoria collettiva periferica, temporanea, labile, incerta come il futuro, eppure persistente.
The project:
The Antologia non richiesta di frasi clandestine (Unsolicited antologhy of illegally sentences) is an act of resemanticizing some illegally written sentences which can be read on the walls of Milan.It aims to build original visual-verbal compositions through the combination of existing written elements from the urban space, such as words, signs, and disturbing details.The resulting artwork is a visual essay of those aspects of the city that usually can’t be historicized, a memory of all its marginal and unstructured voices. It symbolizes a collective memory, which is temporary, blurred, uncertain, but also persistent.