Cecilia Mentasti

Il lavoro di Cecilia Mentasti per la vetrina di co_atto parte dalla fascinazione per uno spazio pubblico e da un ragionamento intorno al tema della resistenza culturale. La forma di resistenza culturale adottata dall’artista si confronta con la necessità di autonomia della riflessione artistica e, nello specifico, con la questione dell’invisibilità, uno dei punti centrali della sua poetica. Mentasti vede nel rapporto tra scrittura e caducità una dicotomia interessante. Il lavoro proposto medita sulla sparizione di una poesia sgrammaticata, traduzione di un detto tradizionale tedesco. Questo viene immaginato in un dialogo fittizio con l’incipit della relatività generale di Einstein. Lo scienziato diviene nella narrazione dell’artista un viandante che, passando tra gli alberi, non riesce a vedere l’intera foresta.
In occasione dell’allestimento di in_festa Cecilia Mentasti ha riempito la vetrina di co_atto di vapore, appannandone i vetri, per poi scrivere su di essi la frase. Di fatto, è la frase stessa a essere l’opera d’arte. L’azione di scrivere e la fotografia di documentazione affissa nella vetrina, invece, non rappresentano l’opera in sé ma forme assunte da essa nei vari momenti in cui viene esposta.