Alessio Barchitta
Alessio Barchitta nasce a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) nel 1991. Nel 2010 si trasferisce a Milano dove frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera dove nel 2017 consegue il diploma accademico di secondo livello in Arti Visive indirizzo Pittura. Parallelamente al percorso di studi fonda il Collettivo Flock, associazione non-profit che promuove l’arte contemporanea nel suo territorio d’origine. È stato finalista in diversi premi italiani tra i quali: Cramum 2015/2017, Generazione Contemporanea 2017, Francesco Fabbri 2017 e vincitore dei seguentii: Menotrenta 2013, Ricoh 2014, Nocivelli 2019, Arteam Cup (sezione scultura) 2021, San Fedele edizione 2019/2021. Ad oggi ha realizzato diverse mostre personali si ricordano “Fluid like concrete tough like sand” da Amy-d Gallery di Milano nel 2019, “I CAN’T SEE BEYOND THESE FUCKING CLOUDS” presso Bunkervik di Brescia nel 2020, OSANNA (!) da Spazio Serra a Milano nel 2021, Simulacri concreti presso la Fondazione Leonesio (BS) nel 2021. Nel 2020 espone a Cape Town Art Fair. Ha partecipato a programmi di residenza in Italia e all’estero. È stato presente in mostre collettive nei seguenti spazi: Museo Parisi Valle, PAC di Milano, Aeroporto di Malpensa, Palazzo Colleoni, Museo del Duomo, Villa Brivio, Pinacoteca di Oristano, Palazzo Pirelli, Palazzo Martinengo, Museo Civico di Palazzo Santi, PAN di Napoli. Ha esposto in Italia, Russia, Spagna, Sud Africa. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.
Il progetto in vetrina:
Le due vetrine si guardano e mostrano l’oggetto ed il soggetto della questione.
Soggetto.
Una vetrina mette in risalto il soggetto, il pop-corn, alimento generalmente diffuso nella salecinematografiche che intrattiene in maniera meccanica lo spettatore nella sua passiva fruizione. Così un pop-corn dopo l’altro siamo “impegnati” a ricevere informazioni senza potercontrobattere, ora una lacrima, poi una risata, fine del film e tutti a casa.
L’alimento è simbolo di questo dialogo unidirezionale pensato per rivolgersi a più individuipossibili. Il cinema è solo un pretesto, si allarghi il contenitore fino a perderne i confini, qualsiasicosa ci indichi senza diritto di replica è l’alimento simbolo, che sia online o fisico.
La vetrina è un contenitore eccezionale per il soggetto, pensato e posizionato per ammaliare ilpassante.
Oggetto.
L’altra vetrina contiene un busto in scala 1:1 di colore giallo mais (un autoritratto). In questo caso l’oggetto è realizzato della stessa sostanza del pop-corn, agglomerato cheidealmente si compone a partire dai contenuti proposti nel primo caso, abbandonando il suostatuto di soggetto/persona e diventando oggetto.
Ironicamente potremmo dire “siamo fatti della stessa sostanza dei sogni”, la domanda che sorgespontanea è: si tratta di sogni nostri o di stimoli altrui?
I due ruoli sono quindi ribaltati, il soggetto, governato dalla coscienza, vive uno stato diiperstimolazione che lo rende inetto o più propriamente confuso. L’oggetto, al contrario, diventa perno e timone di coscienza.
Materiali: Mais – pop-corn