Osservareper riflettere
di Andrea Isola
Osservare significa “guardare, esaminare, considerare con attenzione”.
Viviamo in una società e in un periodo storico molto particolare in cui per quanto non possa sembrarci, prestare attenzione è veramente complicato. Tutto è velocizzato, sembra che nessuno voglia “perdere tempo” (da che cosa poi?) e il mondo circostante ci richiede di essere sempre più sintetici e rapidi.
Siamo una generazione che per lavoro o per svago passa molto del proprio tempo su diverse piattaforme social che hanno tutte una caratteristica in comune: creare contenuti brevi e veloci. Con un tocco passiamo da un argomento all’altro in una frazione di secondo, molte volte senza esaminare ciò che vediamo.
Tutto ha un tempo prestabilito: Instagram non ti permette di pubblicare contenuti maggiori di 1 minuto, anzi più son veloci e più l’algoritmo ti premia, Twitter ti dà un massimo di 280 caratteri per esprimere un concetto (come se tutti i concetti si possano sempre e per forza riassumere), Tik Tok permette un limite massimo dei video di 3 minuti. Per non parlare di Whatsapp, in cui oltre poter aumentare la velocità dei vocali, cerchiamo, quasi inconsciamente, sempre di tenere una conversazione ad un ritmo costante e con un botta e risposta rapido, in cui al posto di mandare un messaggio che riassume un pensiero lo spezzettiamo in tanti piccoli messaggi.
E le chiamate gratis e illimitate? fanno sì che al primo piccolo problema, senza pensare, si chiama per trovare una soluzione istantanea, facendo talmente tante chiamate inutili (soprattutto in ambito lavorativo) che a volte guardiamo il telefono squillare e non rispondiamo volutamente perché pensiamo che non sia importante in quel momento.
Senza sapere e conoscere decidiamo a priori cosa sia fondamentale e cosa non lo sia.
Ora, a questi ritmi e con questa velocità di esecuzione è difficile dare la giusta attenzione a ciò che ci circonda. Come si può osservare e non solo guardare? E ancora, come possiamo andare oltre quel semplice sguardo, visualizzare realmente ciò che abbiamo di fronte?
Ci vuole la curiosità. Penso che buona parte del lavoro la faccia lei. Parlo di quella che scatta dentro e ci induce a riflettere, informarci e studiare in modo approfondito ciò che ci circonda.
Achille Castiglioni diceva: “Se non siete curiosi, lasciate perdere. Se non vi interessano gli altri, ciò che fanno e come agiscono, allora quello del designer non è un mestiere per voi.”
E senza questo bisogno di curiosità, mi rendo conto che difficilmente potrei svolgere il lavoro di Exhibition Designer.
Progettare l’allestimento di una mostra richiede settimane per conoscere e informarsi sul tema curatoriale. Da questo primo step nasceranno tutti i successivi ragionamenti che ruoteranno attorno ai tre fattori fisici principali che caratterizzano l’esposizione: opere, spazio espositivo e pubblico.
E se opere e location, una volta decise, sono degli elementi statici, bisogna tenere conto che il visitatore può essere di diverse tipologie, dall’addetto al settore all’appassionato, dal bambino all’adulto. Un elemento talmente tanto variabile che genera differenti punti di vista e riflessioni a cui non si può non tenere conto.
Ecco, il momento in cui si ragiona mettendo in relazione opere e luogo con i loro fruitori è proprio quello in cui bisogna osservare, andare oltre le proprie conoscenze e i propri confini umani e visivi per permettere a tutti una facile comprensione.
Facilitare l’osservazione è la conseguenza di antecedenti scelte accurate che vanno dal posizionamento della grafica ai colori a parete, dall’illuminazione alla disposizione delle opere.
Ritengo fondamentale mettersi nei panni nel pubblico e interrogarsi su cosa potrebbe percepire e provare durante il percorso di mostra.
Bisogna saper dedicare il tempo giusto alle cose.
Velocità non significa sempre accorciare le tempistiche, ma è fondamentale sapersi anche fermare, riflettere e osservare ciò che ci circonda.
Biografia
Laureato in architettura al Politecnico di Torino, si affaccia al mondo degli allestimenti già durante gli studi.
Progetta mostre, stand e fiere d’arte in Italia e all’estero.
Da anni nella sua pagina Instagram racconta l’importanza del ruolo dell’Exhibit Designer.