Redivivo: agg. [dal lat. redivivus «restaurato, rinnovato»]
Ritornato in vita

di Giada Di Ciommo, Fabio Lonardi, Dario Venuti

Redivivo vede l’arte come pura espressione umana, dove il processo di creazione diviene esso stesso l’opera d’arte. Mutazione e caducità sono temi contrassegnati nel processo artistico. Fondamentale diviene il sistema organico che utilizza materiali deperibili e transitori: eventi casuali, improvvisazione e qualità liberatoria dell’utilizzo di materiali non tradizionali, si fondano nel nostro concetto di rinascita.La materia capace di mutare diventa il corpo stesso, dove gli abiti sembrano già indossati e in alcuni casi consumati. I modelli realizzati nascono a partire da capi più vecchi che mutano deliberatamente i nuovi, in cui la condizione del capo “vivente” diventa l’assenza di quello “morto”. In questo senso “Derrida sosteneva che qualsiasi identità, presenza e significato noi sperimentiamo ha senso solo in relazione all’idea di assenza radicale, ovvero della morte”.Utilizzare gli elementi e le convenzioni esistenti per sovvertire la moda: da qui deriva il lessico decostruzionista che mira a mostrare le caratteristiche che tradizionalmente rimangono nascoste: le riprese, le cuciture, gli orli e altre infrastrutture. Ciò che non é distruzione né nuova costruzione, abita un passato un presente e un futuro. Una sperimentazione persistente, forme aperte e stratificazione, un senso di urgente e pressante precarietà.È nato così Il bisogno di risvegliare le emozioni. Non ci focalizziamo su qualcosa di concreto vogliamo risvegliare tante emozioni, che diventano del tutto personali nel momento in cui qualcuno si ferma a guardare il nostro operato, anche per caso, senza sapere di che si tratta. Esigenza di rinascita, libertà di pensiero, frutto di una nuova consapevolezza dei mezzi dell’uomo e della sua potenza. Un grido di liberazione, una necessità di ritornare indietro ma con nuova consapevolezza.Queste immagini sono effimere a livello concreto, ma restano nel tempo e mutano con esso. Diventa una nostra necessità, che viene subito dopo quelle primarie, rispondendo alla domanda dell’uomo, perché? Sono stati tanti gli interrogativi che ci siamo posti e limiti che abbiamo voluto superare a livello concettuale e materico, sfidando anche le normali regole di composizione e confezione. Una lacerazione vuole la ricucitura, un’ustione vuole idratazione, un urto vuole il ghiaccio. Poi bisogna imparare a cambiare, a convivere con il segno, a non immedesimarvisi pienamente, a rinnovare le abilità e a considerare le risorse della disabilità. Nonostante questo ci siamo spinti oltre per comprendere cosa potesse innescare il procedimento di mutamento e di ricerca costante.Attraverso Redivivo si vuole mostrare la volontà di mettere in luce i principi di sostenibilità legati alla costrizione, in cui la limitazione imposta alla volontà individuale, dettata dalla pandemia, ha sottoposto l’essere umano a una situazione collaterale in cui il silenzio non è più una realtà secondaria ma un equilibrio essenziale che traccia un ridimensionamento del modo di creare.L’alterazione o il disfacimento hanno reso possibile la rinascita di capi d’abbigliamento inutilizzati per anni nel quale l’idea di forma e funzione sono state messe in discussione attraverso unprocesso di rinnovamento. Smontare i capi e mostrare come sono stati montati è una parte visibile della costruzione, intesa come decostruzione stessa che mira a cancellare dicotomie in cui il gender viene annullato.

Team credits.
REDIVIVO
Photographer
Andrea Cenetiempo – ig: @andreacenetiempo
Fashion Designer
Dario Venuti – ig: @dariovenuti
Fabio Lonardi – ig: @lonardifabio @fabiolonardistudio
Giada DiCiommo – ig: @giadadiciommo
MUA – HAIR
Flavia Çela – ig: @flaviacela.mua
MODELS
GYUNG SUB SUB – ig: @gyeongseop_
Special Management – ig: @specialmanagementmen @special_management
OLIVIA LEE – ig: @olivia_haejin
NoLogo MGMT – ig:@nologowomen

BIBLIOGRAFIA

M. Fogg (a cura di), Moda, la storia completa, prefazione di Valerie Steele, Atlante

 

BIOGRAFIE

Giada Di Ciommo, nata a Milano nel 1995, si laurea presso NABA – Nuova Accademia di belle arti di Milano nel 2020. I codici estetici che caratterizzano il suo lavoro sono definiti da una tendenza decostruzionista con particolare interesse verso la progettazione e la costruzione, nel quale il bisogno di rinnegare la perfezione estetica, la portano ad avvicinarsi alla cultura del wabi sabi, dando vita a forme minimali e incomplete. Le sue creazioni si fondano sul principio in cui l’arte trova bellezza nell’imperfezione.

Fabio Lonardi, nato a Torino nel 1997, attualmente risiede a New York negli USA. Laureatosi presso la NABA – Nuova Accademia di belle arti di Milano nel 2020, appassionato delle arti visive e tecniche, sviluppa il suo design traendo ispirazione tramite disegno e arte. Si definisce un Designer di grafiche e stampe visive, capsule tecniche e sperimentali. L’arte e il disegno prendono parte nell’intera progettazione del suo lavoro. “Tutto nasce per mezzo del segno.” Linea, forma e stampa divengo fulcro per la realizzazione delle sue collezioni.

Dario Venuti, nato nel 1998 in Sicilia e attualmente residente a Milano. Fashion e textile designer, amante dell’arte e di tutto ciò che la circonda.
Laureato presso NABA – Nuova Accademia di belle arti di Milano nel 2020. Designer a 360° – dalla progettazione alla confezione. Matericità, sperimentazione e sostenibilità sono i tre focus del mio lavoro. Accostamenti materici di qualsiasi entità, frammenti e legami ricuciti. “Collage” e “decollage”, creazione e distruzione per nuove realtà.