Il silenzio come legame
di Frederique Sunshine
La parola silenzio ha le sue radici etimologiche nel latino silentium: assenza di rumori o di suoni. Eppure, secondo alcuni studiosi, possiamo cogliere nella parola un’antica radice indoeuropea si-che significa “legare”.
Mi piace pensare a questa seconda interpretazione come al senso più profondo della parola; al silenzio non più come assenza, ma come presenza di sensazioni e di gesti che nel silenzio continuamente accadono e a tutto quello che il silenzio crea, ad iniziare dalla connessione intima con sé stessi.
Mi piace pensare al silenzio come legame. Il fugace scambio di sguardi che non ha bisogno di altro, né di un gesto, né di una parola, per intendersi. È simbiosi. È in quello scambio che schiariscono tutte le emozioni che non riesco a spiegarti. In un battito di ciglia, in un sorriso accennato, ma anche in quella carezza data velocemente e quasi impercettibile appena ti rivedo. E tu la percepisci. Così, mi piace pensare al silenzio come a un canale di comunicazione privilegiato, nel silenzio siamo più recettivi, nel silenzio siamo più complici.
Mi piace pensare al silenzio come alla congiunzione astrale, alla coesione, ai due astri che si allineano perfettamente nello spazio.
Ed è silenzioso l’involucro delle parole mai pronunciate. Non le diciamo, ma ci girano in testa come fanno le zanzare nella stanza e a volte vorrei dirle, ma ho paura, forse non ce n’è bisogno, ma che mi legano così segretamente a te.
Che posso stare tutto il giorno a starti a sentire, ma è solo quando torno a casa, nel silenzio della mia camera che io ti sento veramente. Che sono stanca di quel tono con cui mi incalzi ogni volta che sei arrabbiato, ma che è solo quando smetti di parlarmi che io capisco davvero di averti ferito. Allora ti lascio un po’ camminarci dentro in quel silenzio e poi con dolcezza ti do un pizzicotto, come per dire “non volevo” e tu sorridi.
Mi piace pensare al silenzio come Etere: «sostanza sottile che lega i mondi perché il vuoto tra una stella e l’altra è un vuoto apparente, in realtà è tenuto insieme dalle correnti sottili dell’Etere che, come un nastro, avvolgono tutto nel tutto»
Mi piace pensare che di noi nessuno può sapere; quello che io e te sappiamo, quello che io e te ci diciamo quando ci guardiamo, perché nel silenzio io e te siamo invisibili, perché nel silenzio io e te siamo invincibili.