Ricominciare dal Silenzio.L'editoriale.

di co_atto

“Se i silenzi non parlassero
nessuno potrebbe dire
ciò che le parole tacciono”
José Bergamin, Duendecitos y coplas

Uno dei ricordi che resterà indelebile nella memoria di coloro che hanno vissuto i mesi della pandemia è la dimensione, prima quasi sconosciuta, del Silenzio.Un Silenzio assurdo, per una società abituata alla frenesia, al traffico, alle discoteche, alla vita conviviale.Un Silenzio innaturale perché forzato. Non sfrecciavano macchine, non volavano aerei; le strade deserte ospitavano solamente i pochissimi che si recavano al supermercato o presso le rare attività aperte consentite da decreto: quelle dei beni di prima necessità. Il Silenzio era rotto soltanto dal suono inconfondibile delle ambulanze, a volte vicine, a volte lontane, e dalle persone, che per neonata tradizione, si affacciavano, ritrovandosi, dai balconi a cantare, tutti i giorni, alla stessa ora. Cantare insieme per rafforzare legami che spesso non erano mai esistiti. Il Silenzio ha permeato ogni cosa, ogni gesto domestico, ogni rituale. Un silenzio rassicurante per alcuni, destabilizzante per altri. Ci siamo fermati ad ascoltare il Silenzio, ma soprattutto ad ascoltare noi stessi.Abbiamo fatto nostro il Silenzio ed esso è entrato dentro di noi. Spesso il Silenzio ci ha cambiati, lentamente, nei giorni che sembravano non finire mai. Abbiamo riscoperto una voce – la nostra voce – ed abbiamo sentito il bisogno di esprimerci, di urlare, di cantare, a volte di cambiare vita. Ricominciare dal Silenzio per rispondere alle trasformazioni, alle pause obbligate, ai silenzi dettati dalla pandemia, alla ricerca di nuovi modi di comunicare, interpretando il silenzio come luogo dell’incontro.

Il Silenzio è considerato fin dall’epoca classica un mezzo di comunicazione, di espressione di emozioni e di pensieri. Il silenzio equivale ad un messaggio e la scelta di tacere, di quanto a lungo non proferire suono o parola, è una scelta tanto importante quanto quella di dire e di cosa dire. Similmente il Silenzio ricopre un ruolo fondamentale anche nelle religioni e nelle teosofie, esso è uno degli strumenti prediletti dalla disciplina spirituale per ridurre la quantità di pensieri, per avvicinarsi al silenzio interiore e al sacro.L’Arte e la creatività umana hanno spesso fatto ricorso al silenzio e potremmo dire che nella contemplazione individuale di un’opera d’arte o di una qualsiasi opera dell’intelletto si instaura un dialogo silenzioso tra il soggetto e l’oggetto che, attraverso l’ascolto assorto e raccolto, amplifica come in un rituale le percezioni sensoriali. Il silenzio permea innegabilmente numerose forme d’arte: la pittura, la scultura, l’architettura o la fotografia non hanno bisogno di parole per instaurare un dialogo con il fruitore bensì sfruttano il silenzio, la magia dell’attimo la cui durata viene estesa nel tempo e rimane sospesa. 

“A volte il silenzio non è che un atto di resa o di abbandono espresso in forma di sfida ironica. Altre volte, nelle rare occasioni in cui si spinge oltre il linguaggio, il silenzio diventa il luogo dove nasce l’arte. Il silenzio è dunque una sorta di sorgente nascosta dalla quale possono sgorgare, con naturalità, le acque del significato”.

Carlos Martí Arís, Silenzi Eloquenti

Ricominciare dal Silenzio per dare senso alle parole, per esprimere l’inesprimibile, per avvicinarsi all’altro e a
noi stessi.
Ricominciare dal Silenzio.
Ricominciare.