Viaggio Utopia: giro del mondo senza limiti
Dal diario di Stefano Cipollone
Introduzione a cura di Stefano Bertolini
“L’uomo che viaggia da solo può partire oggi; ma chi va con un altro deve aspettare finché l’altro è pronto, e può passare molto tempo prima che partano” scrive Thoreau nel suo diario. Viaggiare da soli però non è da tutti, figurarsi il vagare, termine che si addice più ad un essere che si è perso, piuttosto che ad un viaggiatore. Le nuvole in cielo vagano, mica viaggiano, spinte dai venti. E cos’è che spinge a vagare per il mondo Stefano Cipollone, classe 1992, partito da Chiavari (GE) e giunto –per ora – a Kuala Lumpur (KLCC) in sella al suo Pegiottino (un Peugeot Xps 125cc)?
Sicuramente la sua incapacità di vivere una vita monotona, oltre all’indispensabile fame di avventura che ad un esploratore del mondo non può mancare, e che descrive così sul suo blog: quell’ avventura fatta di strade di montagna distrutte, off road, villaggi, capanne di bambù, tramonti mozzafiato, giungla, fiumi, silenzio, check-point militari, rimanere senza soldi, con la benzina che non basta, non sapere dove passare la notte, ponti sospesi e… curve, tante tante curve mozzafiato tra l’impenetrabile giungla.
Il suo primo viaggio – primo per noi semplici viaggiatori vacanzieri – è stato a piedi e no, non parlo del Cammino di Santiago, che pure ha compiuto, ma della tratta improvvisata per raggiungere l’Italia dall’Inghilterra. Partendo da Canterbury è giunto a Roma a piedi (con l’unica tratta via mare in traghetto per ovvii motivi), percorrendo la via Francigena. Da quel momento non si è più fermato e appena avuta l’occasione si è lasciato trasportare da viaggi di ogni genere: “Mi sono spinto fin sulla parte nord orientale del Pakistan, sulla catena montuosa del Karakuram per realizzare il sogno della vita: raggiungere il Campo Base del K2, a quota 5100 metri”, seppur la scalata non sia stata portata a termine a causa di permessi burocratici e tempi molto stretti per ottenerli. Ma gli intoppi, si sa, sono una parte inevitabile in ogni viaggio errante, e per questo ci si deve saper attrezzare per ridurli al minimo, e se si ha il coraggio di lasciarsi guidare dalle emozioni allora gli imprevisti diventano parte del viaggio, e saperli arginare e superare diventa imperante. Un altro sogno però coronato – mica se ne può avere solo uno – è stato attraversare a sud delle isole Midway, da Ovest ad Est, la famosa linea internazionale del cambio di data, passando dal 14 gennaio 2020 direttamente al 16, compiendo letteralmente un salto nel futuro.
A causa del Covid-19 ovviamente il suo viaggio ha subito uno stop, costringendolo a parcheggiare il Pegiottino, suo fedele compagno di viaggio, in un garage di Kuala Lumpur; non un garage qualsiasi però: “Lo affidai al gentilissimo Federico, proprietario del meraviglioso resort Villa Samadhi, Kuala Lumpur con la promessa di tornare a riprenderlo in primavera per continuare quello che a tutti gli effetti era diventato uno stile di vita: svegliarsi la mattina, accendere la moto e partire verso est senza un itinerario stabilito, alla ricerca di paesaggi mozzafiato ma ancor di più di incontri magici con le popolazioni locali”. Nell’attesa che i due si ricongiungano per nuove avventure, alcuni estratti dal diario di bordo del viaggio iniziato per caso da Chiavari, e giunto – per ora – a Kuala Lumpur.
Estratti dal diario di viaggio di Stefano Cipollone
Post presenti sulla pagina Facebook Viaggio Utopia: Giro del mondo senza limiti
16 novembre 2019
Stamattina mi sono svegliato presto, come del resto ogni mattina, poi sono rimasto nel letto a riflettere un po’ e subito mi sono chiesto: l’avrà trovati i paraoli compatibili il meccanico?
Oggi il viaggio compie esattamente 1 ANNO, 365 giorni fa’ lasciamo Chiavari ed oggi mi risveglio a Chennai, in India
L’unicità di questo viaggio, oltre alla piccola cilindrata del motore, sta proprio nella mancanza di organizzazione e pianificazione.
Mi sono sempre lasciato andare all’istinto ed ho dato retta alle mie sensazioni, le quali nel bene e nel male mi hanno sospinto fin qui’, nell’immenso Sub continente.
È incredibile come gli incontri casuali abbiano deviato il corso del viaggio facendomi conoscere delle persone meravigliose con le quali ho vissuto momenti indimenticabili.
Ad esempio 2 notti fa’ mi sono ritrovato a dormire su una panchina di un distributore di benzina, l’altra mattina su un mucchio di reti da pesca in spiaggia, invece oggi mi sveglio in una grande camera di un residence 4 stelle, con lenzuola pulite, acqua calda per lavarsi, ricca colazione ed una piscina al 12° piano con vista sulla città dalla quale vi sto scrivendo.
Qui’ ad esempio ci sono finito sempre grazie ad una “connessione” causale con un ragazzo conosciuto per caso, il quale molto gentilmente mi ha offerto ospitalità per qualche giorno
Oggi è un giorno importantissimo perché nel tempo ho dimostrato a molti, ma in primis a me stesso, che non conta con quale mezzo si parta, con quale budget o in compagnia di quanti amici, bensì quello che davvero conta a mio avviso è la voglia di conoscenza, la sete di avventura, l’amore per il viaggio, la voglia di non avere limiti, la forza di superare le difficoltà ma soprattutto l’amore per il prossimo, il quale sicuramente saprà sempre aiutarti in qualche maniera.
22 novembre 2019
Sono a Calcutta ed oggi mi sono preso un giorno di pausa per sistemare un po’ la moto, riposarmi e riflettere un po’.
Sono ad un bivio molto importante, la testa mi dice di proseguire in una direzione mentre il cuore mi suggerisce di intraprendere un altro percorso.
Domani mattina accenderò il Pegiottino e dovrò letteralmente svoltare ad un bivio.
Da quella decisione dipenderanno le sorti del viaggio e per l’ennesima volta sarò costretto a prendere una decisione.
Spero che la notte mi porti consiglio e che San Tommaso continui a guidarmi in questo intraprendente viaggio.
Oggi, in onore a questo gigantesca nazione ed al suo popolo che mi sta ospitando da diverso tempo, mi sono spogliato degli abiti occidentali ed ho indossato una tradizionale “kurta pajama”.
26 novembre 2019
In Bangladesh ho ricevuto un’accoglienza di una generosità unica e disarmante!
Altrettanto enorme è stata la curiosità della gente che mi incrociava per strada.
Addirittura è iniziato un vero e proprio via vai di parenti, amici e vicini di casa che sono venuti a farmi visita a casa della famiglia che mi ha ospitato a Dhaka.
Erano tutti uomini, di tutte le età, molti non parlavano inglese però per fortuna avevo diversi ragazzi che mi facevano da interpreti.
D’un tratto, dietro quella moltitudine di uomini che invadevano la casa ho notato dei bambini, poi ne ho visti altri ancora.
Non potevo credere ai miei occhi, erano davvero tanti e continuano ad arrivare per vedere con i loro occhi lo straniero arrivato da lontano in moto.
Li ho invitati ad entrare, però all’inizio erano molto timidi ed a tratti quasi spaventati.
Gli ho detto un paio di parole nella loro lingua e pian piano i più coraggiosi si sono fatti avanti.
Alla fine erano tutti intorno a me e ho provato a scambiare con loro qualche semplice parola in inglese.
Poi è arrivato il rituale momento della foto ricordo ed ho chiesto se qualcuno degli uomini presenti potesse procurarmi una bandiera Bengalese.
Incredibilmente è stata immediatamente trovata ed a quel punto ho potuto estrarre il Tricolore.
Ho chiesto ad un ragazzo di farmi da traduttore ed ho detto ai bambini presenti: “queste sono le bandiere che rappresentano i nostri Paesi, siatene fieri ed amate sempre la vostra Nazione, però un giorno, quando sarete più grandi, cercate di viaggiare il più possibile così capirete che alla fine siamo un unico popolo appartenente alla stessa casa chiamata MONDO”.
Non so’ se i bambini abbiano afferrato a pieno il significato di quella frase però ci ho tenuto affinché passassimo qualche minuto insieme perché sono sicuro che quegli istanti non li dimenticheranno mai e chissà che un giorno qualcuno di loro non decida di iniziare un lungo viaggio, magari proprio in moto.
Ps: fa’ niente che abbiano messo il Tricolore al contrario, ai bambini lo concedo.
L’importante è avergli fatto vivere questa occasione al di fuori della solita routine quotidiana.
2 dicembre 2019
Quando pensate di essere troppo in là con gli anni per intraprendere un lungo viaggio in moto pensate a lui: Geoff, 67 anni, inglese, da 5 anni in giro per il mondo in moto, 18 fratture durante il viaggio.
Ho trascorso con lui 3 giorni ad Imphal ed è stato lui che ha cambiato i dischi frizione ed i paraoli al Pegiottino.
È stato un’immensa miniera di informazioni e trucchi del mestiere per me ed ho cercato di carpirgli quante più informazioni possibili.
Non dimenticherò mai la sua calma ed il suo tipico humour inglese, come quella volta che gli ho chiesto “Geoff, ma dopo tutto questo tempo in giro per il mondo e dopo i tanti incidenti, non senti la necessità di tornare a casa”?
Mi ha sorriso, ma non ha pronunciato parola.
Stefano Cipollone
Biografia
29 anni, fiero abruzzese, uomo di mare, viaggiatore curioso, amante dell’avventura.
Alterna il lavoro sulle navi a viaggi in giro per il mondo a piedi, in motocicletta, in kayak, in autostop…
Viaggia per il piacere della scoperta e della conoscenza di altri popoli e culture.